Auschwitz

Nonostante le difficoltà della Didattica a Distanza, i docenti dell’Istituto non hanno trascurato l’appuntamento di una tragica pagina della storia dell’Umanità. Non sono mancate le attività e le riflessioni che hanno visto impegnati i nostri studenti sapientemente guidati dai loro docenti. A riassumere tali attività ci ha pensato la prof.ssa Luciano, docente di lettere e storia nel nostro Istituto, con dei pensieri di profonda e delicata sensibilità che vi invito a leggere”.

Lezioni di coinvolgimento e solidarietà

Nel bel mezzo di una pandemia, che comunque ci ha toccati nelle nostre certezze, che significato assume ricordare le vittime innocenti dell’odio? Purtroppo le dure parole del filosofo Hobbes “homo homini lupus” riguardo alla natura umana, nel corso della Storia, hanno trovato svariati esempi, tra cui l’Olocausto, il genocidio degli ebrei, pianificato secondo una logica spietata e demenziale.

Dal 2000, ogni anno noi insegnanti cerchiamo tra le pagine delle opere letterarie e negli articoli di giornale, del materiale didattico che possa suscitare l’attenzione dei nostri studenti, spesso distratti da molti stimoli esterni. Vorremmo, in qualche modo, fornire il nostro contributo per onorare quelle persone che pagarono con la vita l’essersi in qualche modo diversificate, mentre assistevano impotenti al trionfo di un’ideologia fondata sull’odio razziale e sulla soppressione di ogni libertà, compresa quella di essere uomini con particolari caratteristiche.

Quest’anno tale ricerca acquista una sua peculiarità, in un momento storico in cui anche noi quotidianamente dobbiamo fare i conti con una realtà “deformata”. Confrontandomi con i colleghi del Dipartimento di Materie Letterarie, noto il comune denominatore di questo procedere nell’impervio “percorso di formazione” dei nostri allievi: creare coscienze, capaci di interrogarsi, attraverso dubbi, incertezze, ma soprattutto domande. Capisco che l’obiettivo diventa ambizioso e talvolta persino utopico ma “la posta vale la partita”. Allora ci siamo messi al lavoro, senza un effettivo dialogo, dati i tempi: c’è stato chi è partito dalla Storia, proponendo il ”razzismo scientifico” dell’Ottocento, chi dall’analisi di pagine tratte dal “Diario di Anna Frank” e da quelle indimenticabili di Primo Levi, chi ha letto e commentato articoli di giornale o scene tratte da film significativi; altri hanno dato spazio al dibattito sul negazionismo e sull’adozione delle leggi razziali in Italia, altri ancora hanno cercato storie particolari, come quella della poetessa Ilse Weber, morta nel campo di Auschwitz, dopo essere stata internata a Terezin. Una classe poi ha cercato nel reading di Nicoletta Oscuro e Hugo Samek gli spunti di riflessione per capire il presente alla luce del passato, attraverso testimonianze di esperienze di vita.

Tutti, però, nonostante le negatività insite nell’argomento stesso, abbiamo cercato di dare spazio alla parte migliore dell’essere umano, quella che riesce a provare sentimenti di compassione e solidarietà verso chi soffre.

In questo lungo silenzio della vita fondata sulle relazioni e sugli incontri, non sentiamo forse un vento che ricorda la voce di chi ci ha lasciato, prima di “passare per il camino”, la sua testimonianza di vita? La voce è flebile ma porta con sé il suo messaggio positivo per tutta l’umanità: considera l’altro, non essere indifferente alla sua storia, accogli nel tuo cuore il sentimento della fratellanza!

Giuliana Luciano